RACCONTO DI ANTONIO GAETA
Quando entrai in cucina e vidi Elettra con il pupazzo verde capii che era troppo tardi.
Elettra aveva voluto un Cicciobello per tre Natali di fila. Ogni anno Laura le aveva detto che non era pronta per un fratellino. Fino a quest'anno.
Quest'anno, la mattina di Natale, quando Elettra si svegliò trovò Cicciobello ai piedi del letto, tra i regali incartati. Gattonava, si sollevava sugli arti posteriori, si ribaltava col sedere a terra, balbettava nel suo linguaggio infantile, sorrideva col suo sorriso felice, e accarezzava tutti i pacchetti con la sua manina grassoccia. Elettra era felicissima, si catapultò su Cicciobello e lo abbracciò con affetto. Fu così che scoprì il pulsante. La mano di Elettra pigiò qualcosa di freddo sul collo di Cicciobello e come per magia, improvvisamente, Cicciobello smise di gattonare e rialzarsi, di balbettare, di sorridere, di toccare regali, e si mise a sedere sul parquet, apparentemente senza vita, come qualsiasi bambola normale.
"Elettra!" strillò Laura alle sue spalle.
"Io non volevo!"
Laura raccolse subito Cicciobello, lo portò in grembo e schiacciò il pulsante spigoloso sul retro del suo collo. Cicciobello riprese vita, increspò gli occhi, il naso e la bocca come se stesse per piangere, ma la mamma lo baciò e cominciò a farlo saltellare sulle sue ginocchia, dicendogli che era un bravo ragazzo. Lui non pianse, nonostante tutto.
"Cicciobello non è come tutti gli altri giocattoli, Elettra". Le spiegò Laura. "Devi stare molto attenta con lui, come se fosse un bambino vero". Adagiò Cicciobello sul pavimento e lui intraprese vacillante piccoli passi verso Elettra. "Perché non aprite gli altri vostri regali insieme?"
Elettra mostrò a Cicciobello come strappare la carta e aprire le scatole. C’erano la casa di barbie, alcuni libri 3D, un pupazzo verde e il set completo con le sei winx. La casa di barbie era per Elettra il secondo miglior regalo. Aveva luci, finestre, stanze, proprio come una casa vera. Le winx erano bellissime e coloratissime. Il pupazzo verde, … lo porse a Cicciobello. Elettra guardò me e Laura e ci disse “Vi adoro, Cicciobello è stato il più bel regalo che mai!”
Beh, questo è quello che Elettra pensò in un primo momento.
Io e Laura andammo in cucina a preparare la colazione.
Elettra raccolse tutta la carta strappata in una scatola. Cicciobello la tirò fuori e la buttò sul pavimento. Elettra iniziò a leggere un libro 3D. Cicciobello, però, voltava le pagine troppo velocemente perché il libro potesse tenerne il passo. Elettra tentò di far stare in piedi sul tappeto le winx. Cicciobello le buttò a terra una ad una e rise. La prima volta Elettra rise col fratellino. La seconda pure. "Cicciobello, guarda adesso. Ho intenzione di metterle in fila."
Cicciobello guardò, due winx erano già in piedi, si avvicinò per colpirle.
"No! Non lo fare!" Il piccolo si spaventò.
Elettra guardò verso la cucina. "Non piangere!"
Cicciobello la fissò per attimo, e buttò giù la prima winx.
Elettra ebbe un'idea.
Quando la mamma tornò nella stanza, Elettra aveva messo in riga le sei bambole e stava tenendo loro un discorso. "Laura, Laura, guarda!"
Laura non considerò neanche la bambina. Prese Cicciobello, se lo mise in grembo, e premette il pulsante per accenderlo. Il viso di Cicciobello si colorò di rosso e cominciò a urlare.
"Io non volevo!"
"Elettra, ti ho detto che lui non è come tutti gli altri giocattoli. Quando lo si spegne non può muoversi, soffre e si spaventa".
"Stava picchiando le mie winx."
"I bambini fanno cose del genere".
Cicciobello urlava.
“Non lo fare più, rimetti a posto i giocattoli, raccogli le carte, e vieni in cucina a mangiare!” e tornò in cucina. Elettra aveva già raccolto la carta da pacchi una volta e lei non aveva detto neanche grazie, non ci aveva neanche fatto caso. Comunque, da brava bambina, raccolse di nuovo la carta appallottolata gettandola nel cestino fino a riempirlo. Terminato il lavoro volse lo sguardo a Cicciobello, girandosi appena in tempo per vederlo sollevare la casa di barbie sopra la testa e lasciarla cadere.
"No!" La casa di barbie esplose in mille pezzi contro il pavimento. Elettra non ci aveva giocato nemmeno una volta. Il suo migliore regalo di Natale era rotto.
Dopo un po’ Laura ritornò dai due piccoli.
"Mio Dio! Quanto tempo è stato così?" urlò "Non devi spegnerlo. Mai!"
"E’ mio! Posso farci quello che voglio! Ha rotto la casa di barbie! Lo odio! Portatelo indietro! Non mi piace!"
"È un bambino!"
"E 'stupido, io lo odio! Portatelo indietro! Lo spengo se non te lo porti indietro. Io lo spengo e lo nascondo in un posto dove non si riesce a trovarlo!"
"Elettra!" strillò, mise giù Cicciobello fece un passo verso la bambina.
"Lo spengo e lo nascondo in un posto buio!"
"Non farai niente del genere!" e dicendo questo sollevò la mano.
Elettra afferrò il braccio in aria, lo fece ruotare, le andò alle spalle e mosse le dita della mano libera alla ricerca di qualcosa nella parte posteriore del collo di Laura.
Raccolse il pupazzo verde e andò in cucina dove la colazione era pronta.