il scritore - natalino balasso





- Natalino, come si diventa scrittori?

- E' un dono. Io mi sono semplicemente ispirato alla gente che cammina, si bacia, e ciuccia il ghiacciolo ad Asiago, il resto è discesa.













consigli per persone che scrivono tanto

1\  Sii conciso.
3\  Scrivi tutto, Togli tutto.
2\  Cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
5\  Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
4\  Elimina senza scrupoli le parti che il lettore salterebbe.
6\  Dopo aver scritto qualunque cosa, attendi un attimo, lasciala riposare e maturare, rileggila, forse c'è ancora qualcosa da togliere, sei ancora convinto di volerla pubblicare? lavoraci ancora un pò; non ne puoi più, la odi: ok ci siamo, se proprio devi, pubblicala pure.
7\  Ah, se l'editore ti ha detto che non gli interessano i tuoi racconti e non ti risponde, forse è il caso che smetti e te ne fai una ragione, fare lo scrittore non fa per te!



PS: Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu




Forbici - Martina Evangelisti

Martina Evangelisti, 19 anni Ravenna, con il racconto “Forbici” ha vinto l'edizione 2012 del premio letterario Campiello Giovani.
'Penetrante' questo l'aggettivo scelto dai critici per descrivere in una parola l'opera.
Forbici è un racconto minimalista che descrive l'incontro di un uomo e una donna che si sono amati da ragazzi, sentono che l’amore che li ha uniti brucia ancora e che sono rimasti confitti l’uno nell’altra come forbici. Un racconto intenso, con punte di scrittura che trafiggono.


"...Lui era come un portafoglio caduto in mezzo a una pozzanghera. Vuoto, consumato dall'acqua. La prima volta in cui Alice gli aveva chiesto di sua moglie, lui aveva trovato una scusa per scivolare in cucina, per guardare la pioggia graffiare la finestra. Lei lo aveva raggiunto scalza, sprofondata in una sua felpa. gli aveva detto che non doveva vergognarsi di amarla, che ci sono persone che rimangono dentro come forbici, che sbucciano il fegato sempre. Lui non si era mai abituato a quel suo modo di guardargli dentro, di svestirlo di tutto. Le aveva detto che non aveva mai avuto una moglie. Lei aveva riso, aveva detto che gli uomini che hanno già perso il cuore da qualche parte si riconoscono dalle facce."

da "Forbici", di Martina Evangelisti, Premio Campiello Giovani 2012.