Bamby Ballerina

RACCONTO DI NICOLA ZANGHI

Bamby guida l’auto proprio di fronte a me. Con quel suo piede un  po’ pesante, e un’andatura disconnessa da far incazzare un eremita. Ed io dietro sulla moto, provo odio per la sua guida, la sua sbadataggine ed il suo riuscire a perdersi anche con il navigatore. Bamby ha delle cosce alle quali si perdonano perfino deviazioni di chilometri. Mi domando se riusciremo mai a trovar la meta, o se dovrò accontentarmi di mascherare la rabbia di fronte a quel suo faccino da bambina, e di non gridarle in viso che non guiderà mai più.
La sala da ballo finalmente è davanti ai miei occhi. Senza aspettare che posteggi mi accosto, fermo la moto, mi libero di casco e guanti e mi dirigo verso di lei con aria minacciosa. Lei mi guarda, con quegli occhietti da cerbiatta, con il sorriso smorzato, e la sua mano sempre li a coprirlo. Che altro nome potevo darle se non Bamby? Posso non perdonarla? Si scusa, e mi accarezza i fianchi. La guardo uscire dall’auto, vedo prima i tacchi, poi le calze finemente ricamate a fiori. Impazzisco per le calze, e lei lo sa. Emetto un suono come se volessi spogliarla, lei intuisce e sorride, mi dice “smettila tentatore”. Lei, la provocatrice sottile, che passa le giornate a lasciare che io la guardi, sculettando di fronte alla mia scrivania, come se io fossi fatto di marmo e non carne e sangue rovente. Bamby, che mi invita ad un corso di ballo, come niente fosse, senza domandarmi “vuoi?” ma semplicemente “sei il mio ballerino, ti ho iscritto al corso di tango!” E finalmente qui, in questo squallido bar di paese, in una saletta che useranno per fare il liscio la domenica, io e lei a toccarci, a lasciar andare i nostri corpi. La lezione inizia, uno, due, tre e quattro, con un tempo sempre costante, il maschio guida, la donna segue. I corpi non si devono allontanare, sempre paralleli. Guarda le mie spalle Bamby, non i miei piedi, non ti calpesto. Sai ballare meglio di me, ma la postura da Salsa non ti aiuterà qui adesso. Apri quelle cosce, ancora, tirale indietro, come fai a letto. Chi mai potrebbe pensare quanto tu sia fragile, con quel fare da ballerina, e quel cuore da bambina.



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