RACCONTO DI ELISA MINI'
- Ciao scusa il ritardo sono viva per miracolo.
- Perché? che ti è successo?
- Mah, un idiota col Cayenne stava per venirmi addosso, quella mezza sega non solo non mi ha dato la precedenza ma mi ha dato anche della puttana dal finestrino.
- E tu?
- Sono scesa dallo scooter mi sono tolta il casco, gli ho sorriso come una puttana e gli ho detto: non sono una puttana stronzo di un playboy col cazzo mignonne, una puttana non ti farebbe mai questo.
- Questo cosa?
- Ho sbattuto il casco sul cofano e sono scappata.
- E se ti ritrova? se ha preso la targa? se ci sono stati testimoni? se ti fa causa?
- Sei dalla mia parte o che? se mi fa causa mi difende tuo fratello no?
- Certo ma stavolta Cate ti presenterà la parcella, non fosse altro per il rompimento di scatole.
- Si dice rompimento di coglioni Cri, scendi tra noi umili e sboccati mortali.
- Cosa vi porto belle dame?
- Il tuo nome?
- Guglielmo.
- Guglielmo caro, potresti lasciare per un attimo le calde atmosfere del ‘700 e tornare al presente?
- Certo, che volete?
- Per lei una camomilla, doppia.
- Ora mi calmo, è che quello stronzo mi ha destabilizzato la pace interiore. Prendo una cioccolata calda.
- Per me un bombardino.
- Allora una cioccolata e un bombardino.
- Ho cambiato idea prendo una camomilla. Si può correggere con un po’ di Rum?
- Si possono correggere tante cose ma la camomilla...
- Tu correggi, mica te la devi bere.
- Un tantino polemico ma mica me lo devo sposare, che ne pensi?
- Penso che non gli piacciano le donne.
- Cazzo...che spreco. Ma sei sicura?
- No. Lo sai che non li so distinguere i vari generi.
- A proposito, com’è andata ieri sera Cri? Non avevi un appuntamento al buio?
- Non me lo ricordare, ho passato una serata da incubo con un tipo che per tutto il tempo non ha detto una parola fino a che ha cominciato a infilare una serie di assurdità su una palestra piena di uccelli.
- Che tipo di uccelli?
- Volatili Cate, sai quelli con le piume e le ali.
- Ah, e dov’è questa palestra?
- In centro. Ma fammi finire. Poi mi ha detto che è un cacciatore e dopo un minuto si è rimangiato tutto, non era più un cacciatore. Ho pensato: questo pur di portarmi a letto è capace di rinnegare anche sua madre. Bastava vedere come mi guardava il culo, sembrava che non ne avesse mai visto uno in vita sua.
- Hai detto culo. Ma ci sei stata, a letto con lui?
- Stai scherzando? con un cacciatore mai, è una questione di principio. Poveri uccelli, in quella palestra, abbandonati a una manica di invasati che giocano al tiro al bersaglio con le pistole.
- Semmai con dei fucili Cri, non s’è mai vista una caccia agli uccelli con le pistole, mica siamo nel Far West.
- Oh...è vero non ci pensavo.
- Ma non ti è passato per la testa il pensiero che ti stava prendendo in giro?
- Hai detto ‘in giro’. No, parlava sul serio, ti assicuro. Comunque ho finito con gli appuntamenti al buio.
- Chi tu? ma non dire stronzate. Non smetterai mai con gli appuntamenti al buio per il semplice motivo che sei una troia travestita da romantica. Guglielmo, se la camomilla corretta è buona, si insomma, se funziona, hai perso se fa schifo hai vinto.
- E se vinco cosa vinco?
- Certo che ne sai di parole del vocabolario eh? Scusa, non volevo essere antipatica, si, insomma non sono così come mi vedi.
- Un po’ strega di Biancaneve? Scusa non volevo offenderti. Devo andare all’altro tavolo.
- Wow, hai sentito? quant’è stronzo. Lo voglio.
- Ma che dici Cate, io desidero solo incontrare un uomo normale, fare una vita normale, avere obiettivi normali.
- Certo Cenerentola, ma la mamma te l’ ha detto che gli uomini che vanno agli appuntamenti al buio, specie quelli trovati su internet hanno le palle girate al contrario?
- In che senso?
- Svegliati Cri, è ora che guardi in faccia la realtà, quelli vogliono solo portarti a letto una volta, forse due per rimpinguare il curriculum.
- Mi stai dicendo che si vogliono solo divertire senza desiderare un seguito?
- Oggesù! E io che ho detto? Guglielmo! la camomilla corretta è più disgustosa di una birra calda ma l’ ho bevuta tutta. Hai vinto.
- Potresti per cortesia non urlare nel mio locale?
- E’ tuo?
- Si cioè no, ci lavoro quindi è anche un po’ mio.
- Mi sa che è un po’ comunista questo Guglielmo ma mica me lo devo sposare no?
- Cate, non mi sembra che straveda per te.
- Dammi tempo, vedrai che lo ripiego come una camicia.
- Se ti riesce mi iscrivo al tuo corso.
- Quale corso?
- Come conquistare con successo un uomo a cui non piacciono le donne. Comunque non sono d’accordo con quello che dici, secondo me lì da qualche parte esiste un uomo fatto per me.
- Certo che esiste un pazzo senza autostima che ti vuole tesoro mio ma non lo trovi in rete, devi cercare altrove.
- Per esempio nei bar?
- Certo, ci vuoi provare tu con Guglielmo? Guglielmo!
- Si?
- La mia amica vorrebbe invitarti a un appuntamento al buio.
- Ma Cate, ormai non è più al buio, ci conosciamo! E poi perché non ti fai un bel tegame di fatti tuoi?
- Scusate se mi intrometto e mi scuso anche per l’eccessiva sincerità ma...perché sei così acida tu?
- E’ una lunga storia. Se hai tempo te la racconto tutta, siediti con noi.
- Io sono qui per lavorare, mi pagano per servire ai tavoli non per sedermi a fare il simpatico con i clienti tanto meno per fissare appuntamenti al buio.
- Ma non è un appuntamento al buio ottuso di un Guglielmo. Scusa, non volevo dire ottuso.
- Ma ormai l’hai detto.
- Mi vuoi sfidare a duello qui fuori?
- No ma potreste accomodarvi subito qui fuori.
- Hai ragione Cri, non gli piacciono le donne. Ma posso passarci sopra, mica me lo devo sposare. E poi è così...provocatorio e provocante...Guglielmo caro, sei cangiante tra il rosso e il viola, sei sicuro di star bene? Potrebbe essere un principio di infarto.
- Come ti chiami?
- Deborah con l’acca.
- Senti Deborah con l’acca, e anche tu, statemi a sentire bene. Io qui ci devo lavorare, non posso mettermi a discutere con i clienti né litigare con i clienti né mettere le mani sul viso ai clienti perciò se avete un briciolo di rispetto per me e per il mio lavoro pagate il conto, andate a pettinare le vostre bambole e amici come prima.
- Ok ce ne andiamo, ma lasciami dire che non hai proprio il senso dell’umorismo.
- Bene non ho il senso dell’umorismo, ciao.
- Perché gli hai detto che ti chiami Deborahconlacca?
- Oggesù, non ce la faccio a spiegarti tutto Cri, arrivaci un po’ da sola. Fai un po’ di strada per conto tuo e poi ci ritroviamo al capolinea della reciproca comprensione.
- Oddio Cate, oggi sei proprio un mistero per me.
- Tutta colpa di quel nano col Cayenne. Da domani non dirò più parolacce, le dirò solo quando serve, alla bisogna. Nano di merda...
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